Oggi la storia continua …

Dal 1631, anno in cui il Monastero è stato fondato, la nostra Fraternità ha sempre cercato di vivere la fedeltà alla propria vocazione nel tempo e nella storia, esprimendo la “profezia” del Vangelo in continuità con il cammino della Chiesa.

Un evento straordinario che ha segnato questo passaggio è stato il Concilio Vaticano II. La Vita Contemplativa, insieme a tutte le altre forme di vita consacrata, è tornata ad attingere con slancio rinnovato alle sue “radici”: si è riscoperta come luogo privilegiato dell’incontro e dell’ascolto della Parola di Dio che chiede di ritirarsi in disparte per leggere ed interpretare, alla luce della preghiera, l’uomo e la vita contemporanea, divenendo intercessione per il mondo presso il Padre. È nell’amore del Signore che i valori e i diritti umani diventano gratuità di un’offerta senza condizioni; per Lui e in Lui si è capaci di amare senza riserve. Qui trova significato la nostra vocazione contemplativa.

sorelle-giardino2Essa non è immediatamente comprensibile allo sguardo umano, eppure è una vita che attrae per il messaggio che viene dal silenzio e dalla preghiera. Non è fuga dal mondo, ma rapporto d’amore con Dio, di servizio, di preghiera e d’intercessione
per l’umanità intera
. Una vita, quindi, che apre orizzonti universali.

«La vostra vocazione è l’Amore – ci disse san Giovanni Paolo II quando venne in visita al Monastero –; non un amore che imprigiona nelle strette mura della clausura, ma che allarga il cuore sino ai confini del mondo …».

images 3Ce lo ha confermato Benedetto XVI nell’udienza concessa alla Comunità il 15 settembre 2007: «Non ha sempre eco nella pubblica opinione l’impegno silenzioso di coloro che, come voi, cercano di mettere in pratica con semplicità e gioia il Vangelo “sine glossa”, ma – siatene certe – è veramente straordinario l’apporto che voi date all’opera apostolica e missionaria della Chiesa nel mondo.
Ecco ciò che il Papa attende da voi: che siate fiaccole ardenti di amore, “mani giunte” che vegliano in preghiera incessante».

Anche Papa Francesco, nelle due visite alla nostra Fraternità, ha sottolineato la bellezza e l’importanza della nostra vocazione: «Vi ringrazio tanto per tutto quello che voi fate per la Chiesa: la preghiera, la penitenza, il custodirvi l’una l’altra. Voi avete dato la vita al Signore. […] La vostra vita è bella! È bella la vostra vocazione alla vita contemplativa!». «La Chiesa ha bisogno di martiri perché l’evangelizzazione si fa in ginocchio, inizia qui. Perciò la vostra missione nella Chiesa è tanto importante». Missione che si rispecchia in quella di Maria Santissima nella visione della Chiesa, la quale «ha sempre pensato che Maria fosse onnipotente nella supplica». Il Santo Padre ci ha così consegnato il nostro “modo” di stare nella storia: come Maria e
– molto di più – in Maria.

DSCN0805Queste affermazioni aiutano a far comprendere che la contemplativa, pellegrina nella propria clausura, è sempre in cammino verso il Signore: tutto nel Monastero è orientato alla ricerca appassionata del volto di Dio, tutto è ricondotto all’essenziale, perché è importante solo ciò che avvicina a Lui.

A contatto con Dio si scopre la vera libertà del cuore che non ha pregiudizi nel guardare i fratelli e, nella semplicità, propone e dona tutto quello che ha, gratuitamente, perché gratuitamente ha ricevuto. È così che possiamo mettere i nostri doni e le nostre capacità a servizio degli altri, ricevendo la sola ricompensa di trasmettere la stessa gioia che Dio dona al nostro cuore.

Festa-di-SxxxxPer noi Sorelle Povere la contemplazione è l’espressione della pienezza di vita di un’esistenza consacrata a Cristo e al Vangelo; la nostra clausura è, in realtà, apertura al mondo, il nostro apparente isolamento è pienezza di comunione spirituale e umana … Vocazione e missione che per noi, Sorelle Povere di santa Chiara, si concretizzano nella santa Unità della Fraternità e nella Povertà.

Sorelle perché povere: perché l’unità “santa” – così amata e cercata da Chiara d’Assisi più di ogni altro dono e virtù – è fondata nella povertà del cuore, che trova gioia solo nel non trattenere nulla di sé.

Povere perché Sorelle: la gioia è amare, perché l’amore è la ricchezza più grande. Quando l’amore è vero, spinge a donare tutto all’altro, fino al dono totale della propria vita. Così noi, come il pellegrino che nel suo viaggio non porta inutili bagagli, cerchiamo di testimoniare che l’unica via per raggiungere la libertà del cuore è ripercorrere la via che Gesù stesso ha tracciato, il quale si fece povero per arricchirci con la sua povertà.
Povertà che testimonia che non c’è nessun altro Onnipotente all’infuori di Dio.

In  questa  realtà  si  radica  e  cresce  la  nostra  vita  di  Sorelle  Clarisse  in  Albano:  una  vita  vissuta  nel  cuore
della Madre Chiesa
.

 

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